C'è voluta una sentenza della Cassazione per dire con chiarezza che una testata online, nonostante le analogie, non è identica a una testata pubblicata su carta.
Ai direttori di testate online non è imputabile il reato di diffamazione previsto dall'art. 57 del codice penale.
Lo afferma la sentenza 2561 del 29 novemnre 2011 della Suprema Corte di Cassazione, Sezione penale.
L’art. 57 c.p. punisce “il direttore o il vice-direttore responsabile [di una testata giornalistica], il quale omette di esercitare sul contenuto del periodico da lui diretto il controllo necessario ad impedire che col mezzo dalla pubblicazione siano commessi reati”.
La sentenza ha enorme rilevanza per chiunque scrive in rete.
Innanzitutto afferma che una testata giornalistica online è cosa ben diversa dalla carta stampata. La sentenza è relativa ad una controversia con l'Espresso del gruppo 'La Repubblica'. Se gli articoli dell'Espresso online non sono da considerarsi testata giornalistica di conseguenza non può esserlo un blog personale con tutto quel che ne consegue.
Inoltre riconosce che nella pubblicazione dei commenti non c'è un preventivo controllo dell'editore, che di conseguenza pubblicando il commento non vi è la sua diretta approvazione al contenuto e che al massimo deve provvedere a rimuovere i contenuti offensivi in seguito a segnalazione e non come controllo preventivo.
Una sentenza che qualsiasi blogger si deve salvare e tenere da parte.
Infatti si combatte quotidianamente con persone che ritengono di poter scrivere nei commenti di siti e blog di tutto senza assumersi la responsabilità delle conseguenze ed anzi confidando pienamente nell'anonimato.
Troppe volte commenti che possono configurare un ipotesi di reato (diffamazione, calunnia) vengono lasciati da utenti assolutamente insensibili alle conseguenze che il loro gesto può creare a chi pubblica un blog, magari solo per passatempo.
Gestendo un sito come 'Chiprotesta' dove l'argomento unico sono le proteste contro il governo, contro la politica,contro grandi marchi commerciali, contro chiunque, controllo con molta attenzione i commenti pubblicati, che spesso sono sopra le righe, ma mi sento confortato sapendo che se qualcosa mi sfugge non è mia responsabilità il contenuto fino a che non mi venga segnalato e richiesta la rimozione.
Il giudice infatti capisce pienamente che sul web chiunque può scrivere la propria opinione senza alcun controllo preventivo.
I commenti sono una risorsa importante per qualsiasi sito web, ma oltre ad animare le discussioni e creare contenuto sono anche la più grande fonte di lavoro per il gestore del sito.
A parte lo spam, che comunque viene ormai bloccato con grande efficacia dai filtri automatici come akismet, si devono tenere sotto controllo i commenti volgari, i commenti fuori contesto, i commenti che non dicono nulla (sono perseguitato da un tizio che scrive 'freelance writer' senza alcun link e riferimento e non capisco a cosa gli serva), i commenti apparentemente competenti, che si scopre copiati di sana pianta da altri siti solo per pubblicare il proprio link in firma,i commenti tripli perchè l'utente non capisce il sistema di moderazione.
Ma soprattutto ancora non sono riuscito a trovare una risposta efficace per chi accusa il sito e gli altri commentatori di nascondersi dietro l'anonimato e poi si firma F.B.