Clamoroso, leggi come ti inducono a fare un click

Qualche mese fa scrissi della mia avversione per chi utilizza titoli clamorosi nel lancio degli articoli per attirare le visite ai siti.

Spesso su facebook e su social news i titoli e la breve descrizione che rimandano al link sono “gridati“, e promettono rivelazioni scoop .

– guarda cosa ha combinato
– la nuova pericolosa moda delle donne italiane
– ha reagito così
– non crederai mai a quello che ha fatto

Titoli così, spesso associati a nomi di persone famose, sono costruiti apposta per invogliare a cliccare ed a trasferirsi sul sito della notizia.

Il 99,99% delle volte non c’è nulla di clamoroso nell’articolo, che spesso si riduce a poche righe di testo, ma intanto lo “strillo” ha portato nuovi lettori al sito.<br>
E’ una tecnica che funziona, anche se sei consapevole che si tratta di un titolo acchiappa-curiosi sei sempre tentato di andare a leggere, ma che non è corretta. E’ molto usata su Facebook, perchè la struttura e l’uso di questo social network lo rendono particolarmente adatto a questa tecnica; probabilmente tra i vostri contatti c’è qualche page di cui siete fan che utilizza scriteriatamente questo metodo 😉

Il titolo dovrebbe essere descrittivo e dare subito una prima informazione su cosa si andrà a leggere.

Non sono il solo a pensarla così, a quanto pare, perchè Facebook ha annunciato una forte restrizione verso le pagine che adottano questo tipo di comunicazione.

Presto la notifica agli iscritti verrà limitata per le news che sembrano essere costruite apposta per attirare i click degli utenti, senza dare una effettiva informazione.

Un giro di vite che porterà ad una timeline più pulita ed utile, dove le notizie spam saranno centellinate.  Solo quelle che mostreranno un reale interesse degli utenti avranno lo spazio che meritano.

Purtroppo Facebook ritiene di poter misurare questo interesse in base al tempo che gli utenti passano sul sito linkato. Secondo la sua logica più tempo passo sul sito esterno a Facebook, più la notizia è interessante.

Non è il modo giusto di valutare l’interesse della notizia.  Per esempio un testo molto lungo ma assolutamente privo di contenuti sarebbe avvantaggiato rispetto ad una notizia ANSA, che in poche righe fornisce il sunto della notizia.  Oppure se la notizia è fornita in forma di video, l’utente lo guarderà fino alla fine prima di capire che non c’è sostanza, passando però qualche minuto prima del suo ritorno su facebook.

Insomma lo sforzo del social network è meritevole, bisognerà vedere se e come raggiungerà il suo obiettivo.