Riporto il testo di una breve notizia di affaria italiani.it di Lunedí 16.11.2009:
Editoria: 62% utenti italiani pronti pagare per news online
Il 62% degli italiani che utilizza il web è pronto a pagare per le news online: lo sostiene un sondaggio del Boston Consulting Group (Bcg), secondo cui gli utenti del nostro paese sono pronti a spendere fino a 7 dollari al mese.
Tra i nove paesi coinvolti nel sondaggio, l'Italia appare al primo posto per disponibilità al modello pay. In fondo alla classifica si piazzano gli Usa, la Gran Bretagna e l'Australia. Nei primi due paesi il 48% soltanto degli utenti è pronto a pagare per le news (il 50% in Australia), e non più di tre dollari negli Usa ed in Australia.
Lo stesso sondaggio, condotto su 5 mila persone, indica infine che in Italia il 45% degli utenti del web già paga per servizi di informazioni online. La percentuale è molto piu bassa negli altri paesi: Francia 32%, Finlandia 32%, Germania 25%, Norvegia 20%, Spagna 20%.
Io ho sempre avuto molta diffidenza verso i sondaggi, e questa secondo me è la riprova. Non ci credo assolutamente ai risultati di questo sondaggio .
E vada per il 62% degli italiani disposti a pagare, passiamo per buono che siano disposti a pagare 7 deollari al mese.
Ma non credo assolutamente che in italia già il 45% degli utenti web già paga per servizi di informazione online.
E' un dato assolutamente poco credibile, perchè altrimenti non si spiegherebbe la crisi dell'informazione offline .
Se i lettori di quotidiani cartacei in italia sono pochissimi in percentuale rispetto alla popolazione, come è possibile che gli utenti web, in cui la maggior parte sono giovani fan di facebook, quasi per la metà comprino le news ?
In una internet dove l'attività principale è scaricare illegalmente film e musica, gli stessi utenti stanno pagando per avere notizie che comunque possono avere legalmente gratuitamente ?
Ed infatti è bastato attendere due giorni per cui il rapporto del CENSIS mi da ragione:
Gli anni della crisi, tra il 2007 e il 2009, segnano la generale espansione dei media gratuiti e la sostanziale battuta d'arresto di quelli a pagamento e il prezzo più alto è per la carta stampata con la crescita di quello che si può definire il «press divide», ovvero l'abbandono dei giornali a favore dei mezzi digitali.
Uno degli elementi che emerge con maggiore evidenza dall'analisi delle piramidi dei media tra il 2007 e il 2009, secondo il Rapporto Censis, è la generale espansione dei mezzi gratuiti e la sostanziale battuta d'arresto di quelli a pagamento
Quando uno scrive tanto per scrivere e poi delle autorità scrivono le stesse cose, son soddisfazioni .